Nella Struttura di Neurologia e Stroke Unit dell’ARNAS Brotzu, diretta da Giovanni Cossu, è stato trattato il primo paziente, affetto da Parkinson, col farmaco Levodopa per infusione sottocutanea. Si tratta di una grande risultato raggiunto dalla scienza per la cura di una patologia neurodegenerativa, cronica progressiva che coinvolge diverse funzioni motorie, vegetative, comportamentali e cognitive, con conseguenze importanti sulla qualità di vita di chi ne soffre.
Il Levodopa è il farmaco più efficace per il trattamento della malattia, si assume per via orale, sotto forma di capsule o di compresse: ma le fluttuazioni delle concentrazioni plasmatiche del farmaco, quando viene ingerito, sono spesso associate a un controllo variabile dei sintomi motori e allo sviluppo di movimenti involontari.
Ecco perché si è valutata l’opzione del trattamento per infusione sottocutanea, recentemente introdotta in commercio ma la cui disponibilità non è ancora garantita in larga parte del territorio nazionale.
“L’Arnas Brotzu, grazie all’impegno della Direzione Aziendale e del Servizio Farmacia, è stato uno dei primi Ospedali ad introdurre questa nuova via di somministrazione che presenta un potenziale vantaggio nel trattamento della fase intermedia-avazata della malattia di Parkinson: può garantire una gestione stabile dei sintomi che, a causa di problematiche gastroenterologiche proprie della malattia o di patologie associate, non sono controllabili con le terapie convenzionali”, commenta lo staff dell’ambulatorio Parkinson costituito da Giulia Serra, Daniela Murgia e Gianluca Cadeddu.
L’auspicio è che la nuova strategia terapeutica possa migliorare la qualità di vita di pazienti con malattia di Parkinson.
“Gli effetti iniziali sono promettenti anche se, per dati definitivi di efficacia, sarà necessario attendere un periodo di osservazione più lungo”. Sottolinea la Direttrice Generale dell’Arnas Brotzu Agnese Foddis. “Nell’ambito delle malattie neurodegenerative, così come delle altre patologie neurologiche, trattate nella nostra Azienda con protocolli d’avanguardia, pensiamo all’ictus, alle malattie autoimmuni del sistema nervoso, alle malattie neuromuscolari, alle cefalee e all’ epilessia, è importante evidenziare l’importanza che ricopre l’incessante lavoro svolto dal personale infermieristico e tecnico, in grado di somministrare terapie sempre più complesse”. Conclude la D. Generale.
Una complessità gestita dal Dipartimento di Neuroscienze, diretto da Simone Comelli, ma governata anche grazie al coinvolgimento delle Struttura di Fisiatria, diretta da Pietro Braina, e di Neurochirurgia, diretta da Carlo Conti.
In conclusione va segnalato che, per assicurare la buona riuscita del trattamento sottocutaneo del Levodopa, i pazienti candidabili dovranno essere accuratamente selezionati da Centri esperti, perché non tutti i sintomi possono essere responsivi.