Più di 1000 interventi urologici robotici e una scuola di chirurgia robotica di eccellenza

La Struttura di Urologia, Trapianto di Rene e Chirurgia Robotica, attualmente diretta da Andrea Solinas, segna un importante traguardo: ad oggi ha eseguito più di mille interventi urologici robotici.

“L’Urologia ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della robotica – commenta il Direttore Andrea Solinas – ma oggi ne facciamo largo uso anche per altre specialità come la chirurgia generale e bariatrica. Gli interventi sono realizzati con l’ausilio del robot da Vinci, la piattaforma più avanzata per la chirurgia mini-invasiva disponibile sul mercato mondiale, nonché l’evoluzione della laparoscopia tradizionale”.

Un importante obiettivo raggiunto grazie alla volontà di un intero reparto ospedaliero che ha creduto nelle formidabili potenzialità alla chirurgia robotica, quando, dai i più, era considerata fantascienza.

Tutto è iniziato nel febbraio del 2011 quando, al San Michele, venne effettuato il primo intervento di chirurgia robotica (prostatectomia radicale per carcinoma della prostata). L’anno successivo, l’allora primario, il Dottor Mauro Frongia, e la sua equipe, dopo aver frequentato la sala robotica dell’ospedale francese di Nancy, apprendendo la tecnica dal Prof. J. Hubert, eseguono il primo prelievo di rene da donatore vivente.

Nel 2013 stessa squadra nuovo stage, questa volta a Chicago, dal Prof. Enrico Benedetti dell'University of Illinois: rientrati all’Arnas i professionisti eseguono il primo trapianto di rene interamente robotico e successivamente il primo doppio trapianto di rene mai eseguito prima al mondo.
Nel 2017, l’articolato percorso dei professionisti, costruito sul campo e nutrito dal costante aggiornamento delle tecniche sempre più avanzate, attraverso il confronto con le eccellenze mondiali, trova la sua naturale evoluzione con l’apertura della Scuola di chirurgia robotica dotata di una propria sala operatoria.

“La prestigiosa scuola aperta ai medici e agli infermieri, di area chirurgica di tutta Italia, nonché ai medici specializzandi e ai medici in libera professione, è uno dei fiori all’occhiello dell’Azienda ospedaliera più importante dell’Isola. Oggi al San Michele giungono corsisti non solo da tutta la Sardegna, ma anche dalla Penisola, per imparare le tecniche del sistema da Vinci, e contribuire, con le loro nuove conoscenze, a potenziare un settore che, a differenza di quanto comunemente si pensi, è il presente della medicina”. Commenta la Direttrice Generale dell’Arnas Brotzu, Agnese Foddis.

Per sua natura la chirurgia robotica è considerata come mini invasiva: permette infatti al chirurgo di non operare direttamente con le proprie mani, ma di utilizzare una console di comando collegata a una serie di bracci robotici. In questo modo si evitano i tremori fisiologici delle mani, quindi si riduce la percentuale di errore, si velocizzano le procedure, diminuisce l’invasività degli interventi e si aumenta la precisione. E per i pazienti significa operazioni più brevi, meno dolori e cicatrici, minor tempo di recupero, che in alcuni casi si riducono a poche ore rispetto ai giorni o alle settimane delle tecniche tradizionali. A tutto vantaggio dei costi e dell’efficienza dei reparti ospedalieri.

Per poter manovrare il robot occorrono competenze molto elevate da parte del chirurgo e del personale di sala: è obbligatorio infatti che ogni manovra venga eseguita sotto il diretto controllo del chirurgo, non effettuabile altrimenti; ripetuti controlli di sicurezza impediscono qualsiasi movimento indipendente degli strumenti o delle braccia robotiche. Si tratta, come evidente, di competenze che si acquisiscono attraverso una specifica alta formazione, garantita dalla scuola dell’Arnas Brotzu.

Cagliari 20.3.2024