Quando si parla di ipnosi il senso di diffidenza che ne scaturisce è palpabile: la pratica, dobbiamo ammetterlo, è ancora avvolta dal mistero, a causa di pregiudizi e falsi miti piuttosto radicati, tanto che, nell’immaginario collettivo, l’ipnosi rischia, a torto, di essere confinata in uno spazio a metà strada tra la magia e la scienza.
Eppure l’ipnosi clinica può rivelarsi uno strumento molto utile. Un esempio? Da circa 10 anni è in atto presso l’Ospedale San Michele dell’ARNAS Brotzu un’articolata sperimentazione sul suo utilizzo in diversi ambiti specialistici, anche attraverso l’innovativa associazione con l’ecografia.
L’attività ha avuto inizio con il progetto di controllo delle condizioni di stress associate alle patologie funzionali dell’apparato digerente (studio sperimentale condotto con ausilio dell’ecografia e autorizzato dal comitato etico AOB nel 2013), che ha portato alla pubblicazione, nel 2018, sulla rivista internazionale Journal of Advances in Medicine and Medical Research dell’articolo “Combined Hypnosis-echography Therapy in Irritable Bowel Syndrome: A Pilot Study” a firma di Sirigu D, Sole N. Musio M. Usai-Satta P. Oppia F. A. Successivamente si è utilizzata l’ipnosi per consentire l’esecuzione di procedure invasive o dolorose e nel controllo della claustrofobia (Autorizzato dal Comitato Etico Prot. PG/2019/1561, in data 31/01/2019).
Ad oggi, all’Arnas Brotzu, hanno usufruito della tecnica dell’ipnosi circa 100 pazienti sottoposti a biopsie eco guidate (renali, epatiche, pancreatiche), circa 20 pazienti fortemente claustofobici sottoposti a Risonanza Magnetica, e circa 50 pazienti sottoposti a diverse procedure endoscopiche ( gastroscopie, colonscopie, ecocardiografie trans esofagee, ecoendoscopie) cui ha fatto seguito la pubblicazione di un libro :“Metamorfosi. Cervello in divenire. Benessere psicofisico e nuove strategie terapeutiche” Biggio G, Tagliagambe S, Sirigu D. Mimesis Edizioni, 2019, e diverse pubblicazioni scientifiche:
(“L’utilizzo dell’Ipnosi Clinica in un reparto di Radiologia: nostra esperienza preliminare”, pubblicato nel 2017 su Il giornale italiano di Radiologia Medica, a firma Sirigu D, Cossa S, Matta G, Bitti M.G.; “L’ipnosi nell’ecocardiografia transesofagea. L’esperienza di un Centro di Cardiologia Pediatrica e delle Cardiopatie Congenite” pubblicato nel 2019 sulla rivista G Ital Cardiol a firma S. Montis, D. Sirigu, R.Tumbarello).
“L’ipnosi è stata utilizzata anche in sala operatoria in corso di termo ablazioni epatiche percutanee, chirurgia maxillo facciale, fino alla pubblicazione di un caso unico in letteratura che ha dimostrato l’efficacia dell’ipnosi in associazione all’anestesia generale su un trapianto di fegato”. L’Articolo: “A clinical operative sequence for hypnosis implementation to general anesthesia during major surgery for orthotopic liver transplantation, è stato pubblicato nel 2022 sugli Annals of medicine and surgery, ed è a firma, oltre che del sottoscritto, di Pilia E, Mereu R, Zamboni F, Pusceddu” conclude il Dott. Danilo Sirigu che da Novembre 2023 guida la nuova struttura dell’Arnas Brotzu “Ecografia Sperimentale e dei Trapianti”.
La struttura prevede l’uso dell’ipnosi clinica nelle varie discipline e, in questi primi mesi dell’anno, è già stata utilizzata in ambito nefrologico in 18 pazienti sottoposti a biopsia renale, in 10 procedure interventistiche in ambito urologico e in sala operatoria in associazione all’anestesia generale in 10 pazienti sottoposti a Chirurgia Bariatrica.
“Le procedure mediche sono spesso associate a un malessere emotivo che potrebbe indebolirle, causando una serie di eventi avversi tra cui il dolore, la nausea e l’affaticamento. Per contenere il disagio del paziente e ridurre l’esperienza negativa spesso sono necessari degli interventi farmacologici che, seppur benefici, presentano non solo costi aggiuntivi ma possono causare effetti collaterali. L’ipnosi rappresenta un’alternativa alla soluzione farmacologica”. Commenta la Dottoressa Agnese Foddis, Direttore Generale Dell’Arnas Brotzu.
La tecnica, ancora poco utilizzata negli ospedali, consente ai pazienti di raggiungere, pur mantenendo il contatto con l’ambiente circostante, uno stato di coscienza particolare: compito dello specialista è di preparare il paziente a tutte le fasi del processo chirurgico, prima durante e dopo l’operazione.
L’uso delle parole non supplisce la sedazione o, nei casi di interventi veri e propri, l’anestesia analgesica per togliere il dolore, ma aiuta ad avere un atteggiamento rilassato. I pazienti in ipnosi medica sono coscienti, ma difficilmente parlano, in linguaggio tecnico si dice che sono collaboranti. Generalmente il loro recupero è più veloce e senza strascichi ed è possibile dosare al meglio, magari riducendole, le somministrazioni di farmaci.