CONVEGNO COMUNICAZIONE E MEDICINA TRA ARTE E SCIENZA

Comunicazione e medecina tra arte e scienza
AULA ATZA Presidio San Michele 18 OTTOBRE 2024

L’Aula Atza dell’Ospedale San Michele dell’ARNAS G. Brotzu, ospiterà il 18 ottobre, a partire dalle ore 8.00, un convegno sull’importanza della comunicazione in medicina. Organizzato dalla Struttura di Cardiologia Pediatrica e Cardiopatie Congenite dell’ARNAS G. Brotzu, diretta dal Dr. Roberto Tumbarello, riunisce esperti e studiosi provenienti da diversi contesti disciplinari, dalle specialità sanitarie alle scienze umane e sociali.

Sarà l’occasione per analizzare ed evidenziare la rilevanza dei meccanismi della relazione medico paziente e di quanto sia fondamentale sviluppare le competenze relazionali di base nella gestione della comunicazione e della relazione.
“Oggi il modello di medicina non è più quello di tipo paternalistico di un tempo, quando lo specialista decideva il da farsi e il malato si affidava completamente, ma si è giunti a una sorta di “contratto terapeutico” tra le due parti”. Commenta il direttore dell’ARNAS G. Brotzu, Agnese Foddis. “Si deve considerare il paziente un attore fondamentale che nella maggior parte dei casi condivide le decisioni con il medico, dopo una approfondita comunicazione e spesso con la partecipazione di altre figure, come i familiari”.

Ne consegue che la comunicazione di una diagnosi e di una prognosi non può essere più unidirezionale: il paziente è informato rispetto al passato, ed esige la condivisione delle informazioni. Ecco perché la capacità d’ascolto, da parte dei medici, è la prima qualità richiesta. Quella della comunicazione deve venire di conseguenza: i pazienti dispongono spesso di nozioni che possono non essere corrette o necessitare comunque di un approfondimento e quando si illustra una terapia, si deve ricordare che la loro esigenza principale è comprenderla e condividerla, non subirla.

“Gli specialisti devono sempre tenere a mente che il paziente vuole essere parte attiva del proprio percorso terapeutico: affinchè la medicina sia efficace è necessario che ci sia un flusso continuo bidirezionale di informazioni, di percezioni, che rendono il rapporto, tra medico e paziente, empatico. Ma anche paritetico. Non deve, perciò, essere influenzato dalla disparità di conoscenze (comanda chi detiene il sapere medico, obbedisce chi ne è sprovvisto), ma improntato alla condivisione delle responsabilità e alla libertà di critica.”. Sottolinea Dottor Roberto Tumbarello.

Una buona comunicazione è il presupposto per un rapporto di fiducia tra medico e paziente, è importante che il malato si fidi del medico e se riceve delle informazioni attraverso una comunicazione non appropriata, la relazione scade. Solo una piccola parte della comunicazione con il paziente è di tipo verbale, stimabile intorno al 10%; un altro 40% è paraverbale, ma la quota più importante, il 50% è di tipo non verbale. Contano dunque non solo le parole, ma anche il modo in cui i concetti vengono esposti, in un caso il tono di voce, il ritmo, il timbro, il volume, dall’altro le espressioni facciali, la postura, i movimenti del corpo, la prossemica.

Altro aspetto importante che sarà analizzato durante il convegno è la multiculturalità. La morte, la sofferenza, la nascita, il dolore, la malattia sono concetti che hanno un significato molto differente nelle diverse culture: in Italia vivono cinesi, indiani, bengalesi, mediorientali, persone dell’Est europeo e la loro cultura non è sempre ben conosciuta. E’ quindi necessario riflettere con attenzione quale modello di comunicazione efficace sia opportuno adottare nei loro confronti.
Infine sarà esaminato il quadro normativo relativo al consenso informato: la legge italiana prevede che qualsiasi atto medico invasivo o non invasivo debba essere corredato da un consenso informato specifico. Un argomento delicato, ancor più quando il paziente è un minore: in questo caso il consenso deve essere firmato da entrambi i genitori soprattutto per prestazioni maggiori.


Programma Comunicazione e Medicina Tra Arte e Scienza