"Nuove speranze per la cura dell'intestino irritabile vengono da uno studio internazionale a cui ha partecipato anche la gastroenterologia del Brotzu"

Il 15-20% della popolazione mondiale è affetto dalla sindrome dell' intestino irritabile, con una netta prevalenza del sesso femminile. Il dolore addominale, il meteorismo e le alterazioni dell'alvo (stipsi, diarrea od entrambe in alternanza) ne caratterizzano il quadro clinico, capaci di condizionare pesantemente la qualità della vita. Pur essendo un disturbo funzionale, l'intestino irritabile risulta difficile da curare ed una terapia risolutiva non è ancora disponibile. Un importante studio internazionale coordinato dal Karolinska Institutet di Stoccolma, comprendente la statunitense Mayo Clinic e prestigiosi centri specialistici europei ed italiani è stato pubblicato nel numero di Giugno di Gastroenterology, la più prestigiosa rivista di Gastroenterologia nel mondo. Tra i centri italiani coinvolti, è presente anche il reparto di Gastroenterologia del Brotzu diretto dal Dott. Francesco Cabras, che ha visto coinvolti il Dott. Paolo Usai Satta e la Dott.ssa Cristiana Giannetti con la collaborazione del laboratorio centrale della stessa Azienda. Questo studio ha dimostrato che in un sottogruppo di pazienti con intestino irritabile (con prevalenza di stipsi) è presente una mutazione del gene SNC5A che determina una riduzione di funzione dei canali del sodio. Tale mutazione è già stata descritta in associazione con alcune aritmie cardiache ed esiste un farmaco, la mexiletina, utilizzata in questo tipo di pazienti. Questi risultati aprono uno scenario nuovo su farmaci potenzialmente utili in un sottogruppo di pazienti con intestino irritabile.

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