L’idrocefalo normoteso: una patologia ancora poco conosciuta

Cagliari, 06 Luglio 2007

Un seminario sul tema dell’ idrocefalo normoteso: una patologia ancora poco compresa e poco conosciuta, rispetto alla quale però esistono oggi delle via di cura, tanto più efficaci quanto prima è riconosciuta la malattia. Il seminario, patrocinato dall’Azienda Ospedaliera G. Brotzu e dall’Ordine dei medici di Cagliari, si rivolge alla platea dei medici di base e dei medici specialisti della provincia, nell’intento di sollecitare un confronto ampio e costante sul tema. L’Idrocefalo normoteso non è una malattia conosciuta come l’Alzheimer: eppure colpisce una percentuale di anziani over 65 che alcuni recenti studi quantificano nello 0,41%, andando a incidere, sul totale delle demenze diagnosticate, per una percentuale variabile tra il 2 e il 6%.
I suoi sintomi (difficoltà nel camminare, demenza, incontinenza) sono spesso confusi con quelli dell’Alzheimer, del Parkinson o di forme di demenza senile. Con conseguenze gravi: queste malattie risultano infatti a tutt’oggi incurabili, mentre la neurochirurgia offre ai pazienti affetti da idrocefalo normoteso prospettive di guarigione che, a fronte di una diagnosi tempestiva, riguarda la maggioranza dei casi, con tempi di recupero molto veloci (nella maggior parte dei pazienti il miglioramento clinico avviene nell’arco di pochi giorni dall’intervento).
Dal punto di vista fisiologico, l’idrocefalo normoteso è causato da un eccessivo accumulo di liquido nelle cavità ventricolari del cervello. Tendenzialmente, colpisce persone sopra ai 60 anni di età.
In condizioni normali, il fluido cerebrale circola nel cervello, nei ventricoli e nel midollo spinale e assolve una funzione di protezione e nutrimento del tessuto nervoso. Nel caso del paziente affetto da idrocefalo normoteso il flusso è alterato, finendo per esercitare una pressione sul cervello da cui consegue l’insorgere dei sintomi descritti.
A differenza delle patologie con cui è spesso confuso, l’idrocefalo normoteso è trattabile con un intervento neurochirurgico di durata mediamente inferiore ai 60 minuti. Grazie all’impianto di una valvola, l’eccesso di liquido nel cervello viene drenato e incanalato verso un’altra parte del corpo, dove può essere assorbito dal flusso sanguigno.
Presso l’ Ospedale Brotzu opera un’ equipe multidisciplinare, costituita da Neurologi,Neurochirurghi, Neuroradiologi, Neurofisiatri che, in collaborazione con i Geriatri dell’Ospedale S.S. Trinità di Cagliari, costituiscono un pool diagnostico- terapeutico specialistico in grado di dare risposte ai pazienti di tutto il territorio provinciale. Rimane essenziale, in questa prospettiva, l’instaurazione di un solido rapporto con i medici di base e gli specialisti ambulatoriali al fine di un tempestivo riconoscimento e trattamento dei pazienti affetti da idrocefalo normoteso. Un corretto approccio diagnostico può infatti portare all’azzeramento degli effetti di una “malattia sommersa”, che i dati epidemiologici a disposizione evidenziano come sottostimata fino ad oggi.
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Ufficio Stampa AOB